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Il Medioevo è un’epoca che copre quasi mille anni di storia: va infatti all’incirca dalla fine del V sec. d.C. alla fine del XVsecolo. Questo lungo periodo è ricchissimo di musica. Tuttavia nella maggior parte dei casi questa musica non aveva la funzione che noi moderni le attribuiamo. Anche la musica medievale, come quella antica, è ancora in buona parte musica “di vita”, da suonare per accompagnare il lavoro, una battaglia, un banchetto, una festa o una celebrazione. Musica insomma che aveva una funzione pratica più che estetica. Questa musica veniva spesso improvvisata o composta per delle occasioni particolari. Non aveva quindi bisogno di essere scritta e tramandata ai posteri, essendo destinata a essere eseguita una sola volta. Per questa ragione anche della musica medievale ci sono rimasti pochi documenti. Un’eccezione è però rappresentata dalla musica religiosa: questa, al contrario, era musica che cercava di resistere al tempo, di conservarsi sempre uguale a se stessa, poiché i riti e le cerimonie per cui era stata composta si ripetevano sempre uguali a distanza di tempo. Naturalmente anche la musica religiosa aveva uno scopo pratico: essa doveva arricchire la preghiera e favorire il raccoglimento dei fedeli.

TROVATORI E TROVIERI

Poco dopo il mille, la musica profana si arricchì, soprattutto in Francia, per merito di poeti musicisti. Questi erano nobili, feudatari, cavalieri e anche dame, comunque sempre personaggi della corte che non facevano i musicisti di mestiere, ma si dilettavano a comporre canzoni da cantare durante qualche festa. A seconda della zona in cui vivevano, erano detti trovatori o trovieri: i primi erano attivi nel Sud della Francia e usavano la lingua provenzale detta lingua d'oc, i secondi nel Nord e usavano la lingua d'oil che diventerà poi Francese moderno.
Gli argomenti trattati dai trovatori e dai trovieri erano naturalmente vari, ma soprattutto essi cantavano l'amore; un amore che aveva sempre i connotati della passione ideale, sublime, esclusiva, nei confronti di una donna che possedeva tutte le virtù e arrivava perciò a rendere più buono, più valoroso, più serio l'uomo che l'amava.
Le loro canzoni erano molto diverse dal canto gregoriano, un canto basato su un testo latino, mentre le canzoni trobadoriche erano basate su testi in volgare. Il canto gregoriano era cantato da cori abbastanza numerosi, mentre le canzoni trobadoriche erano cantate da una voce solista, eventualmente accompagna da uno strumento che ripeteva la stessa melodia della voce.
Infine, mentre il gregoriano era anonimo, noi conosciamo molti nomi di trovatori e trovieri, tra cui Guglielmo IX d'Aquitania, Bernart de Ventadorn, Adam de la Halle. il Re di Castiglia Alfonso X e tanti altri.


La musica sacra e profana

Nella ricchissima produzione musicale del Medioevo dobbiamo distinguere la musica sacra da quella profana. Della canzone profana dell'Alto Medioevo, che è in latino, ci sono rimasti pochi documenti perché per lungo tempo essa viene scritta raramente; improvvisata e composta per occasioni particolari, non ha bisogno di essere tramandata ai posteri. La musica religiosa invece viene usata durante le celebrazioni liturgiche, tramandati da una generazione all'altra: essa deve quindi essere scritta per rimanere fedele alla tradizione. Il suo scopo è creare un'atmosfera di raccoglimento, arricchire la preghiera, accrescere la solennità della funzione religiosa.
Solo dopo il Mille si moltiplicano le testimonianze sulla musica profana che, con il sorgere delle lingue romanze, si diffonde nelle piazze e nelle corti. Se presso le corti aristocratiche la musica si avviava a divenire sempre più raffinate e complesse, nelle campagne e nei borghi al di fuori delle mura castellane la gente semplice si divertiva con forme popolari e festose, danze con molti saltelli o danze in tondo dette danze a catena.
I diffusori di queste musiche erano cantastorie, giullari e menestrelli. Accanto a questi troviamo musicisti girovaghi di varie nazionalità che, abbandonati agli studi religiosi e monastici, viaggiavano spensierati diffondendo quei "canti goliardici" di cui c'è eccezionalmente giunta una nutrita raccolta: i Carmina Burana. Tali giovani, sfruttando la loro cultura religiosa, intonavano canti tratti dal gregoriano adattandovi però parole scherzose e spesso irriverenti, espresse sia in lingua latina sia in volgare.

La musica strumentale

La musica medioevale è soprattutto vocale e gli strumenti vengono usati solo come accompagnamento alla voce.
Gli strumenti utilizzati erano diversi: cordofoni, aerofoni e membranofoni. I più conosciuti e utilizzati erano il liuto, la ribeca, il salterio; la ghironda, i flauti, trombe naturali, la viella e vari tipi di strumenti a percussione, che avevano la funzione di segnare il ritmo delle danze. Le origini della musica strumentale sono oscure. Secondo alcuni studiosi, all'inizio gli strumenti entrarono a far parte di composizioni vocali sostituendosi a qualche voce. Solo in seguito si incomincia a scrivere brani appositamente per strumenti.
Una delle forme più antiche di musica strumentale è l'estampiè. Alcuni studiosi ritengono che il nome derivi dal provenzale estampida, un genere di poesie cantate e accompagnate da uno strumento. Tutti i testi medievali che conosciamo chiamano estampie una composizione strumentale per danza.